CLIMA, ecco come apparivano i ghiacciai alpini 1000 anni fa
Gli studiosi hanno ricostruito l’ambiente alpino del lontano passato facendo delle sorprendenti scoperte
Fonte Immagine: ESA/F.Paul
I ghiacciai alpini si stanno rapidamente ritirando verso le cime, e le Alpi offrono oggi un panorama molto diverso da quello di 100 anni fa. Eppure andando molto indietro nel tempo si trova una situazione simile circa 1000 anni, in epoca medioevale.
I grandi ghiacciai svelano il passato delle Alpi
Insomma, sembra che intorno all’anno Mille il panorama alpino fosse molto simile a quello attuale. E’ quanto ha scoperto Martin P. Luthi, dell’Università di Zurigo, il quale ha pubblicato i risultati della sua ricerca sulla rivista scientifica The Cryosphere. Luthi in particolare ha ricostruito le oscillazioni di sette grandi ghiacciai alpini lungo tutto un arco temporale compreso tra il 400 d.C. e il periodo attuale. Tra i ghiacciai analizzati durante la ricerca ci sono anche il Ghiacciaio Aletsch, che con i suoi 120 chilometri quadranti è il più esteso dell’intero Arco Alpino, il Ghiacciaio Mer de Glace, che è situato sul lato francese del Monte Bianco ed è il secondo più importante delle Alpi, e il Ghiacciaio del Rodano che, nel Canton Vallese in Svizzera, dà origine all’omonimo fiume. Ebbene, dai risultati di questo studio è emerso che circa 1000 anni fa, durante una fase climatica molto calda nota come Periodo Caldo Medioevale, l’estensione dei ghiacciai analizzati era simile a quella odierna, se non addirittura inferiore! I ghiacciai alpini sono poi tornati ad avanzare durante la Piccola Era Glaciale, periodo molto freddo che ha caratterizzato il clima europeo tra il XIV secolo e la metà del XIX secolo.
Il destino dei ghiacciai si decide in estate
Durante la sua ricerca Luthi ha pure trovato un’interessante corrispondenza tra alcuni parametri climatici e il comportamento dei ghiacciai alpini. Dalle sue analisi è infatti emersa un’ottima corrispondenza tra la quota cui si spinge il ghiaccio e le temperature estive: nei periodi caratterizzati da estati più calde i ghiacciai si sono rapidamente ritirati verso le vette, mentre stagioni estive piuttosto fresche hanno favorito l’avanzata del ghiaccio verso valle. Un altro fattore che sembra aver influenzato chiaramente il comportamento dei ghiacciai alpini è il vulcanismo. I periodi caratterizzati da elevato numero di grosse eruzioni vulcaniche, come accaduto ad esempio proprio durante la Piccola Era Glaciale, corrispondono infatti a quelli in cui i ghiacciai alpini hanno raggiunto la massima estensione: un fenomeno che molto probabilmente è legata alla nota capacità delle grosse di eruzioni vulcaniche di raffreddare il clima planetario attraverso le nubi di cenere e gas che, sparate nell’alta atmosfera, riflettono in parte la radiazione solare incidente rendendo anche le stagioni estive più fresche del solito. Curiosamente invece lo studio di Luthi mostra una scarsa influenza delle precipitazioni sul comportamento dei ghiacciai: non sembra infatti esserci un legame tra periodi più o meno piovosi, e quindi nevosi, e l’avanzata dei ghiacciai. Tutto ciò pare confermare come nel bilancio di un ghiacciaio le temperature estive, e quindi l’intensità con cui il ghiaccio fonde durante la bella stagione, sia più importante delle nevicate che in inverno vanno a rifornirlo.
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