Ecco una SCIENZA davvero strana: la TEMPESTOLOGIA
Una disciplina particolare, che tenta di ricostruire il passaggio di violente tempeste formatesi in tempi lontani
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Probabilmente ne sono al corrente in pochi, ma recentemente è nata una nuova disciplina scientifica, la Tempestologia, che si occupa della ricerca e dello studio delle tracce lasciate nel passato da grandi e violente tempeste. Pioniere di questa giovane scienza è il geochimico Schrag, che assieme ad altri ricercatori setaccia sedimenti oceanici e fondali lacustri in cerca degli “indizi” lasciati in giro per il Mondo da cicloni tropicali “antichi”.
Le grandi ondate di marea che solitamente accompagnano gli uragani più violenti in tempi lontani hanno infatti trasportato sabbia marina in zone dell’entroterra continentale americano, lasciando uno strato grezzo di sedimenti sul fondo dei laghi posti nelle vicinanze della costa. I sedimenti raccolti nel Lago Shelby, nella zona costiera dell’Alabama, hanno ad esempio rivelato che uragani di categoria 4 o 5, ovvero quelli più intensi e distruttivi, colpiscono questa regione degli Stati Uniti almeno una volta ogni 600 anni. Ma i metodi di indagine di questa nuova scienza non sfruttano solo il setaccio del fondo dei laghi. Le tempeste tropicali più intense infatti sono in grado di sollevare sedimenti anche dai tratti marini poco profondi, creando sul fondale leggeri pendii, e dall’esame di tali strati i ricercatori possono ricostruire l’attività degli uragani anche su periodi di tempo molto lunghi.
Anche il sottosuolo però a volte fornisce preziose informazioni. Nelle Bermuda ad esempio le stalagmiti delle grotte si sono rivelate buoni indicatori del passaggio di uragani: le abbondanti piogge che solitamente cadono dalla spessa coltre di nubi dei cicloni tropicali difatti hanno particolari proprietà chimiche, quasi una firma impressa nelle rocce quando l’acqua piovana penetra nel suolo fino a depositarsi nelle caverne. Analizzando e datando sezioni di stalagmiti è così possibile tenere il conto del numero di uragani che sono passati sulla zona durante un dato periodo di tempo.
Ci sono poi l’archeologia e la storiografia, che aiutano anch’esse a svelare dove nel lontano passato siano passati dei cicloni tropicali. La prima testimonianza umana dell’esistenza degli uragani in effetti è rimasta impressa nei geroglifici della civiltà Maya, mentre documenti d’epoca narrano che la piccola città di Isabella, fondata sull’Isola di Hispaniola da Colombo, divenne il primo insediamento europeo ad essere raso al suolo da un ciclone tropicale.