I raggi ultravioletti UVA e UVB: attenti a quei due!
I raggi ultravioletti rappresentano appena il 7% dell’energia in arrivo dal Sole ma sono i più dannosi per gli esseri viventi…
Fonte Immagine: NASA
I raggi ultravioletti (UV) hanno infatti la capacità attraversare l’epidermide fino a penetrare in profondità nei tessuti, anche se non tutti in uguale misura. Infatti i raggi UV vengono di solito suddivisi in 3 classi, a seconda della lunghezza d’onda, espressa in millesimi di mm: UVA (0.32-0.4), UVB (0.29-0.32) e UVC (0.2-0.29). I più penetranti, e quindi i più pericolosi, sono quelli con lunghezza d’onda più corta, ossia gli UVC e gli UVB. Gli strati alti dell’atmosfera - quelli tra 20 e 50 km di altezza ove vi la massima concentrazione di ozono - assorbono integralmente i raggi UVC e parte degli UVB.
La radiazione UV che raggiunge la superficie terrestre è quindi costituita essenzialmente da UVA e, in misura minore, da UVB. Ovviamente la frazione di raggi UV che raggiunge la superficie terrestre varia nel tempo e nello spazio. Ecco, al riguardo, un elenco dei fattori dai quali dipende la dose di raggi ultravioletti in arrivo al suolo:
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ora del giorno: circa il 20-30% circa degli UV arriva tra le 11 e le 13 locali mentre il 75% del totale è concentrato tra le 9.00 e le 15.00. Quando il Sole è alto sull’orizzonte i raggi compiono infatti un percorso più breve dentro l’atmosfera, minimizzando in tal modo l’assorbimento da parte dell’aria;
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stagione: nelle regioni temperate gli UV raggiungono la massima intensità in estate e la minima in inverno;
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latitudine: il flusso annuale di raggi UV è massimo all’equatore e minimo ai poli;
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nuvole: in generale le nubi diminuiscono la quantità di energia solare in arrivo. Un cielo con nuvole sparse, attenua appena del 10% l’intensità dei raggi UV.La frazione in arrivo al suolo si riduce del 25 % circa con cielo molto nuvoloso ma con cielo coperto l’attenuazione raggiunge il70 %circa;
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riflessione: la parte riflessa dalla superficie terrestre e dai mari è bassa (inferiore al 7%), tuttavia il tipo di superficie può fare davvero la differenza: manti erbosi e specchi d’acqua riflettono meno del 10% dei raggi incidenti, la sabbia riflette circa il 25% dei raggi UVB, mentre la neve fresca arriva a rifletterne circa il 80%. Ecco perché in montagna i raggi UV sono più insidiosi: all’effetto riflessione da parte della neve si aggiunge infatti anche l’effetto altitudine.
Foto: La luce solare filtrata da tutte le radiazioni tranne la componente ultravioletta