20 Luglio 2022 ore 01:07

Scie chimiche e modifica artificiale del tempo e anche del clima?

Molta disinformazione su questo scottante argomento

Scie chimiche e modifica artificiale del tempo e anche del clima?

MeteoGiuliacci

 

Per comprendere il perché del punto interrogativo nel titolo, occorre ben chiarire il concetto di “tempo” e di “clima” perché spesso i due termini vengono erroneamente usati con lo stesso significato.

Tempo e clima non sono la stessa cosa

Il tempo non è altro che l’insieme dei parametri meteo osservati su una certa località o area in dato giorno o in data certa ora. il clima, cioè l’insieme delle condizioni medie atmosferiche (temperatura, umidità, pressione, venti) attese mese per mese o stagione per stagione su una regione geografica piuttosto vasta e che ne determinano il tipo di vegetazione, la flora e la fauna, le attività economiche ed anche il carattere e le abitudini delle popolazioni residenti. Insomma, il tempo è ciò che in questo istante osservi, il clima è invece la condizione media che oggi ti aspetteresti sulla base dell’andamento statistico pluriennale. Quindi le eventuali azioni messe in atto dall’uomo per modificare artificialmente il “tempo” in un dato giorno e in un dato luogo non potranno essere uguali a quelle eventualmente messe in atto per modificare del clima. Per di più le modifiche del tempo sono limitate nel tempo (1-2 ore) e nello Spazio (10-30 km) mentre le modifiche del clima sarebbero permanenti e dovrebbero coinvolger molto aree grandi se non addirittura l’intero pianeta.

La Storia dei tentativi di modifica artificiale del tempo

Non è un mistero che da più di un secolo sono in atto tentativi per fare piovere su aree semiaride o nei periodi di siccità. La tecnica più usata è il cloud seeding , ossia attraverso la irrorazione dell’atmosfera di sostanze chimiche igroscopiche che catturando i vapore acqueo portano alla formazione di gocce di nubìe (droplet) e poi di pioggia (raindrop). L’uso del cloud seeding da parte degli Stati Uniti durante la guerra del Vietnam tra (1967-1972)  indusse le Nazioni Unite a mettere a punto nel 1976 la Convenzione ENSOD per proibire progetti  per la modificazione dell’ambiente a scopo militare . Noto anche negli anni ’70 il progetto USA STORMFURY con irrorazioni degli uragani per attenuarne l’intensità, ma senza risultati.

I tentativi più recenti di modifica artificiale del clima

Tra il 1950 e il 1970 si afferma prepotentemente una nuova disciplina, l’ingegneria nucleare, che avrebbe avuto la potenza necessaria per modificare il clima non tanto attraverso la modifica della composizione chimica bensì attraverso lo stravolgimento della topografia e/o del tipo di copertura o di albedo del suolo. Le possenti esplosioni nucleari avrebbero permesso di realizzare canali e barriere naturali, creare, distruggere o spostare montagne (ricordate l’abbattimento del Turchino?). Ne fu ipotizzato l’uso per scavare un nuovo canale attraverso il deserto del Negev allorché l’Egitto si impossessò del Canale di Suez; anche l’occlusione dello stretto di Gibilterra per rimuovere il cambiamento climatico sulle sponde del Mediterraneo.

Modifica artificiale del clima da "irrorazione"ad oggi impossibile

Se la modifica della composizione chimica dell’atmosfera fosse stata oggi possibile allora sarebbero stata già applicata a due criticità climatiche oggi esistente nel pianeta: il crescente global warming a seguito della crescente immissione antropica di gas serra; la riduzione della potenza distruttiva di uragani/tifoni e, talvolta, anche di qualche ciclone extra-tropicale. Orbene, se tutto questo non è avvenuto, allora significa che la scienza oggi ritiene impossibile la modifica intenzionale del clima. Ne volte una prova? L’uomo ha modificato, seppure non intenzionalmente, il clima della terra ma dopo ben 50-100 anni e a seguito di immissioni di gas serra che ormai hanno raggiunto i 36 miliardi di tonnellate all’anno. Immaginate allora quanti aerei servirebbero per “irrorare” l’atmosfera con prodotti chimici volti a cambiare intenzionalmente il clima del pianeta, in un senso o nell’altro, nei prossimi decenni.

 

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Fonte: MeteoGiuliacci.it
Autore: Mario Giuliacci


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